Una bella testimonianza!

Abbiamo ricevuto questa testimonianza da una paziente del S. Spirito che vogliamo condividere con tutti voi:

“Buongiorno a tutte le mie care fatine dell’Avo!
Sono Mina, una signora di 86 anni che, per un motivo ancora a me poco chiaro, mi sono ritrovata un giorno improvvisamente a terra, con difficoltà a parlare e a muovermi.
Mia figlia ha pensato di farmi ricoverare subito al Spirito (dove lavora il mio cardiologo), invece che nell’ospedale di zona (io abito in zona Serpentara-Fidene).
La paura però era tanta. Nonostante la mia veneranda età, era la prima volta che venivo ricoverata in un ospedale e nella mia testa l’ospedale equivaleva a un luogo sconosciuto dove si viene parcheggiati in attesa di morire e dove soprattutto gli anziani perdono completamente la loro identità.
Avevo sentito tanti racconti brutti dalle mie amiche e l’angoscia per il ricovero era tantissima, più forte di quella per la
malattia. Avevo tanta paura, paura di non guarire, paura di stare fuori casa per la prima volta, paura di essere trattata male, paura di morire.
E invece non mi sono sentita mai tanto “in compagnia”.
Lì ho trovato quelle che io chiamo “le fatine dell’Avo” che ogni giorno, in orari diversi, passavano e mi aiutavano a mangiare, a girarmi, a sedermi. Mi consolavano quando piangevo, mi rassicuravano quando avevo paura, mi facevano parlare quando ne sentivo il bisogno, parlando però anche loro delle loro cose, proprio come fanno le amiche e a volte ridevamo anche tanto.
In una parola “condividevano” con me ogni cosa.
Ogni giorno una di quelle “fatine” mi ha tenuto la mano e mi ha accompagnato in un lungo cammino durato tre settimane abbondanti.

Questa breve lettera è per dire GRAZIE a tutte loro, per salutarle tutte, una a una, per mandare loro, specialmente alla cara sig.ra Pier Paola che le coordinava, tutta la mia riconoscenza e il mio affetto. Non so se senza di loro sarei mai riuscita a sopportare la lontananza dalla mia casa e il senso di solitudine che l’ospedale inevitabilmente mi ha provocato.
Ora sto molto meglio, pian piano sto facendo piccoli passetti e nei momenti di sconforto tengo sempre a mente le parole di una di queste fatine che voglio riportare: “Signora Mina, ricordi che tutti noi abbiamo sempre bisogno di avere dei progetti, anche in età adulta. Pensi a un progetto e si attacchi a quello per rimettersi in salute”.

Ecco, io ho pensato a lungo che tipo di progetto potessi avere a 86 anni…..ormai la mia vita ha fatto il suo corso, le figlie sono grandi, sistemate, a cosa potevo mai puntare? Poi pian piano ho capito che la fatina aveva ragione, che dovevo trovare uno stimolo, un obiettivo, un sogno nel cassettoper cercare di riprendermi. E ho capito che il mio progetto poteva e doveva essere solo uno…..quello di vivere!”

Ancora grazie a tutti voi”.